Cominciamo subito con ringraziare tutti voi che avete preso parte alla Granfondo del Pandoro, 266 grazie! Ed un grazie anche a tutti coloro che si sono prodigati nell'organizzare tutto quanto, chi ha preparato la sala, chi ha preparato il pranzo, chi ha preparato il ristoro intermedio, chi ha scattato le foto, chi ha disegnato e preparato il percorso, chi ha invitato tutta questa gente e chissà quanti altri ancora!
Si, perché temevamo che sareste stati in tanti, tanto che abbiamo fatto fatica a gestirvi tutti quanti, ma si sa come funzionano queste cose: bisogna lasciare che vadano da sole e poi tutto funziona più o meno alla grande, se uno viene a pedalare con la passione per la mountain bike!
Di fango oggi ce n'era davvero tanto lungo la dorsale occidentale della Valpantena: c'era fango da non stare in piedi già tra i Gaspari e le Case Vecchie, c'erano pozzanghere gigantesche nella discesa che dai Casotti portava verso Salvalaio, c'era la fatica di chi dietro faceva fatica a stare al passo dei più, ma non demordeva affatto e continuava imperterrito. C'erano biciclette da ennemila euro, c'erano "ruderi" d'altri tempi, c'erano bici full suspended da saltare la Valpantena di traverso.
C'era chi si distraeva un attimo ed ecco che ci scappava la scivolata con atterraggio su chiappe, c'era chi si fermava a togliere un po' di terra dal deragliatore e tutta quella impastata attorno ai pneumatici, c'era chi accusava i crampi sull'ultima salita, ma guai a mollare...
C'era perfino chi si lamentava - goliardicamente - che i soldi dell'iscrizione erano un furto, per starsene in coda a chiaccherare ed aspettare che l'imbottigliamento se ne andasse...
In realtà non respirare l'ansia della gara e le imprecazioni che di tanto in tanto si sentono lungo i percorsi delle granfondo e delle marathon è già un risultato: stamattina siete venuti in tanti, alcuni pure da lontano, come gli immancabili amici del Team Sculazzo da Guastalla, ma qualche vocina ha detto che c'era gente anche da Como e da Bologna, vuol dire che la voglia di pedalare anche nella "stagione morta" è sempre tantissima e inarrestabile.
In tanti si inventano palliativi pur di tradire l'attesa che li separa dalle prime granfondo della prossima stagione, c'è chi se ne va in montagna a solcare le piste di sci da fondo, chi macina ore e ore sui rulli a wattaggi impossibili, chi continua a piangersi addosso perché sta mangiando troppa cioccolata e panettoni, ma non ce n'è uno che non riesca a distogliere la mente dalla bici e dalla voglia di pedalarla più forte che mai.
E' così anche questa edizione 2012 della Granfondo del Pandoro si è rivelata un successo. La quantità di mani che abbiamo stretto durante il pranzo, il numero di persone che si sono complimentate per la buona riuscita dell'evento è incalcolabile.
C'è però una cosa che non vi siete dimenticati di fare ed è stata la vostra generosità per Michelangelo - e vi faremo sapere entro qualche giorno quanto si è fatta sentire questa generosità - il bambino di Erbezzo che è già volato negli Stati Uniti con la sua famiglia per ricevere le cure che qui in Europa nessuno è in grado di dargli. Noi, col gesto di oggi, non avremo fatto tanto per colmare il forte desiderio di dare la normalità e la tranquillità ad una famiglia come le nostre, ma con la nostra fatica nel fango, nel freddo, col nostro pedalare sulla neve, col nostro difficile controllo delle ruote sul fondo viscido, abbiamo pensato che il nostro Gesù Bambino di questo Natale è Michelangelo e lo abbiamo fatto più che mai col nostro entusiasmo di biker.
Buon Natale a tutti voi con un pensiero, una speranza per Michelangelo!
Si, perché temevamo che sareste stati in tanti, tanto che abbiamo fatto fatica a gestirvi tutti quanti, ma si sa come funzionano queste cose: bisogna lasciare che vadano da sole e poi tutto funziona più o meno alla grande, se uno viene a pedalare con la passione per la mountain bike!
Di fango oggi ce n'era davvero tanto lungo la dorsale occidentale della Valpantena: c'era fango da non stare in piedi già tra i Gaspari e le Case Vecchie, c'erano pozzanghere gigantesche nella discesa che dai Casotti portava verso Salvalaio, c'era la fatica di chi dietro faceva fatica a stare al passo dei più, ma non demordeva affatto e continuava imperterrito. C'erano biciclette da ennemila euro, c'erano "ruderi" d'altri tempi, c'erano bici full suspended da saltare la Valpantena di traverso.
C'era chi si distraeva un attimo ed ecco che ci scappava la scivolata con atterraggio su chiappe, c'era chi si fermava a togliere un po' di terra dal deragliatore e tutta quella impastata attorno ai pneumatici, c'era chi accusava i crampi sull'ultima salita, ma guai a mollare...
C'era perfino chi si lamentava - goliardicamente - che i soldi dell'iscrizione erano un furto, per starsene in coda a chiaccherare ed aspettare che l'imbottigliamento se ne andasse...
In realtà non respirare l'ansia della gara e le imprecazioni che di tanto in tanto si sentono lungo i percorsi delle granfondo e delle marathon è già un risultato: stamattina siete venuti in tanti, alcuni pure da lontano, come gli immancabili amici del Team Sculazzo da Guastalla, ma qualche vocina ha detto che c'era gente anche da Como e da Bologna, vuol dire che la voglia di pedalare anche nella "stagione morta" è sempre tantissima e inarrestabile.
In tanti si inventano palliativi pur di tradire l'attesa che li separa dalle prime granfondo della prossima stagione, c'è chi se ne va in montagna a solcare le piste di sci da fondo, chi macina ore e ore sui rulli a wattaggi impossibili, chi continua a piangersi addosso perché sta mangiando troppa cioccolata e panettoni, ma non ce n'è uno che non riesca a distogliere la mente dalla bici e dalla voglia di pedalarla più forte che mai.
E' così anche questa edizione 2012 della Granfondo del Pandoro si è rivelata un successo. La quantità di mani che abbiamo stretto durante il pranzo, il numero di persone che si sono complimentate per la buona riuscita dell'evento è incalcolabile.
C'è però una cosa che non vi siete dimenticati di fare ed è stata la vostra generosità per Michelangelo - e vi faremo sapere entro qualche giorno quanto si è fatta sentire questa generosità - il bambino di Erbezzo che è già volato negli Stati Uniti con la sua famiglia per ricevere le cure che qui in Europa nessuno è in grado di dargli. Noi, col gesto di oggi, non avremo fatto tanto per colmare il forte desiderio di dare la normalità e la tranquillità ad una famiglia come le nostre, ma con la nostra fatica nel fango, nel freddo, col nostro pedalare sulla neve, col nostro difficile controllo delle ruote sul fondo viscido, abbiamo pensato che il nostro Gesù Bambino di questo Natale è Michelangelo e lo abbiamo fatto più che mai col nostro entusiasmo di biker.
Buon Natale a tutti voi con un pensiero, una speranza per Michelangelo!
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